Progetto definitivo

 

Restauro conservativo di parte del complesso dell’Abbazia di Santa Maria di Realvalle comprendente l’antico muro dell’église angioina,

in Scafati (SA)

 

La finalità essenziale è la valorizzazione di un bene monumentale attualmente non aperto al pubblico, attraverso:

-opere di restauro conservativo del muro angioino dell'abbazia, che presenta elementi di notevole pregio storico-artistico in cattive condizioni di conservazione

-opere di riqualificazione dell'area circostante con messa in sicurezza del percorso, affinché sia reso accessibile a visitatori e turisti. Gli obiettivi che l'intervento si propone sono molteplici: rafforzare la conoscenza e l'attrattività del contesto di riferimento e promuovere l'immagine culturale e turistica del territorio, attraverso l'integrazione di proposte turistiche già presenti, che attirino flussi turistici consolidati, come la vicina area archeologica di Pompei e di Oplonti, ma anche attraverso azioni sinergiche con altri luoghi meno conosciuti come le ville romane di Castellammare. L'intervento di restauro dell'abbazia di Realvalle è focalizzato sul muro angioino che con il suo spessore di 3 metri ed i contrafforti di derivazione borgognona, delimitava nella chiesa abbaziale distrutta dal terribile terremoto del 1456, la navata laterale meridionale, accanto al chiostro, e tuttora conserva splendide monofore trilobate ed archiacute, inquadrate da semicolonne, ed arricchite da capitelli a foglie d'acanto e croquet, di raffinata fattura.

 

Progetto definitivo ed esecutivo

Direzione lavori

Coordinamento sicurezza

Restauro architettonico ed artistico del complesso di Santa Croce con annesse sale museali e biblioteca,

scavo archeologico delle cripte,

in Castellammare di Stabia (NA)

 

Importo lavori € 877.888, 03

Stato d'attuazione: opere ultimate

 

Progettazione  Definitiva  ed  Esecutiva,  Progettazione Strutturale  e  d’Impianti (idro- sanitari, fognari, elettrici, di riscaldamento, antintrusione, antincendio e TV C.C.), Direzione Lavori, Misure e contabilità, Coordinamento Sicurezza in fase    di Progettazione ed    Esecuzione,   pratica    D.I.A., pratica    d’Autorizzazione Soprintendenza B.A.P.S.A.E. di Napoli, con finanziamento approvato dal M.I.B.A.C.

 

A- NOTIZIE STORICHE dalle FONTI ARCHIVISTICHE sul COMPLESSO di S. CROCE
Il complesso di S. Croce, composto dalla chiesa di S. Maria del SS. Rosario, con annessi sagrestia e campanile, e dal convento, disposto su terrazze che guardano il mare, è situato nell’antico luogo denominato Salaro, lungo la via che conduce al porto di Castellammare di Stabia. Il nucleo originario fu una chiesetta che, costruita dalla Confraternita del SS. Rosario e consacrata dal vescovo Arcamone nel 1393, fu concessa nel 1530 ai Padri Domenicani, che ottennero dall’Università Stabiese 100 ducati, a sussidio dei religiosi e per la costruzione del convento, edificato da P. Marco Plagese. Chiesa e convento sono descritti dal tavolario Orazio Conca nel 1636: “Converta a lamia a tre navette, con belle cone di buona pittura guarnite e dorate, con sacrestia et tutte comodità de apparati per la celebrazione, con convento grandino con bellissima acqua et ogn’altra comodità”. Quando nel 1736 l’antica chiesa “ruinò”, fu eretto un nuovo impianto, ad unica navata, che conservò tracce delle rinascimentali cappelle gentilizie, descritte nei documenti d’archivio. In un disegno ad acquarello del XVIII secolo, conservato presso l’Archivio di Stato di Napoli, si nota che la navata é preceduta da endonartece, e che l’abside è semicircolare, mentre l’impianto attuale, costruito dai Domenicani, ha navata priva di nartece ed abside a pianta rettangolare, con retrostante coro.
Dopo che fu trasformato in ospedale militare, il complesso divenne, alla fine del XIX secolo, proprietà delle Terziarie Francescane Alcantarine, che sostituirono uno dei settecenteschi paliotti ad intarsi policromi, l’altare de’Naviganti, con l’altare del Fondatore, dedicato al canonico Vincenzo Gargiulo, che fondò l’ordine nel 1870.
In epoca recente, a seguito dei dissesti del sisma 1980, la chiesa è stata mortificata da iniezioni armate e dalla sostituzione della struttura lignea del tetto, con capriate di ferro.

B- PROGETTO e CANTIERE DI RESTAURO del COMPLESSO di S. CROCE
Dopo la ricerca archivistica, necessaria per comprendere le fasi costruttive del complesso, ed il rilievo dello stato dei luoghi, è stato redatto il progetto di restauro che, approvato dalla Soprintendenza, prevede i seguenti interventi:
prove diagnostiche; consolidamento d’elementi murari verticali ed orizzontali; restauro conservativo di balaustre e solai lignei delle cantorie; ripristino del sistema scale; restauro d’affreschi; ricomposizione di cornici, stucchi e capitelli; restauro di paliotti e balaustra di marmo, coro, confessionali e portone lignei; restauro di portale e gradini in piperno; integrazione delle riggiole del Settecento e sostituzione dei marmettoni anni ’30 con piastrelle di cotto napoletano, in navata ed ambienti attigui; completamento d’impianto elettrico, antintrusione e fonico in chiesa; esecuzione d’impianto antintrusione e TV.CC. in convento; sostituzione di pavimentazione sui terrazzi e sostituzione d’infissi su facciate posteriori del convento; tinteggiatura di superfici interne ed esterne del complesso.
A-1 Prove diagnostiche
Le prove diagnostiche condotte su frammenti d’intonaco, stucchi ed affresco hanno svelato l'esistenza d’una pregiata decorazione settecentesca "a finto marmo" con cornici dorate in foglia d'argento, coperta da tinta ottocentesca color giallo ocra, nelle cappelle laterali, e le tinte originarie di superfici cartigli e cornici della chiesa, nell’area dell’altare maggiore. Si é deciso d'eseguire il restauro scientifico delle cappelle laterali, e di procedere a saggi stratigrafici su ogni elemento decorativo di coperture e pareti, per verificarne la cromia più antica.
A-2 Scoperta delle cripte
L’osservazione di tracce d’aperture, nell’impiantito della navata, e lo spostamento di una lastra di sepoltura lesionata, hanno condotto alla sensazionale scoperta di cripte di sepoltura sotto la navata: di notevole interesse architettonico le cripta A e C, con nicchie provviste di “colatoi”.
A-3 Scavo archeologico e consolidamento statico delle cripte.
Dopo comunicazione dei rinvenimenti alle Soprintendenze Archeologica e Beni Architettonici, è stata ottenuta autorizzazione a procedere allo scavo archeologico e consolidamento statico delle cripte, eseguiti in fasi: scavo stratigrafico del terreno, con cernita dei resti d’ossa rinvenuti; posizionamento d’ossa in urne catalogate; raccolta e catalogazione di monili ed oggetti vari rinvenuti; puntellatura della volta di copertura della cripta A e rimozione dell’intonaco da pareti e volta; rimozione delle putrelle ossidate nella cripta A; posa in opera di fasce di fibra di carbonio, in nastri di fibre unidirezionali, previa sarcitura di lesioni con malta fibrorinforzata, lavaggio fino a saturazione ed applicazione di malta adesiva ad alta resistenza tipo Kimia Betonfix FB, sulla volta di copertura della cripta A; integrazione di lacune strutturali delle volte nelle cripte A e C, con mattoni e malta di calce.
A-4 Restauro di Coro dei Padri Domenicani, confessionali lignei, paliotti marmorei e decorazioni pittoriche.
Nel Coro dei Padri Domenicani il solaio di copertura, composto da struttura portante di putrelle ed impalcato di “panconcelle” di castagno, è stato sottoposto ad accurato intervento di risanamento. Su confessionali e Coro è stata eseguita una prima fase di restauro, consistente in pulitura delle superfici con compressore ad aria, asportazione di croste e depositi con piccole spatole e pennello, trattamento con prodotto disinfestante, ricomposizione per anastilosi dei componenti, applicazione di sverniciatori chimici ad azione lenta, integrazione d’elementi mancanti e listellatura di giunti, con nuovi pezzi simili a quelli esistenti, incollati con colle e resine tipo plexisol. Poi i restauratori hanno proseguito con l’intervento sui paliotti marmorei, tramite: applicazioni ripetute d’impacchi di polpa di carta, con ammonio carbonato e Desogen, su marmi ancora aderenti alla struttura muraria; frequenti risciacqui con acqua deionizzata; asportazione di vecchie stuccature; ricerca degli attacchi tra frammenti conservati; sostituzione di staffe metalliche con nuove d’acciaio inox 18/10, per marmi di maggiori dimensioni, e con barre di vetroresina, per frammenti più esigui; incollaggio di piccoli frammenti con colla epossidica bicomponente, previa esecuzione di strato di reversibilità con Paraloid B72 al 20%, disciolto in acetone, e con microimperniature, realizzate con barrette in vetroresina; riposizionamento delle lastre di marmo con malta di calce desalinizzata e barre in vetroresina; esecuzione di calchi in gomma siliconica, dei cartocci mancanti, e rifacimento con malta rifinita in tinta neutra; microstuccature e piccole ricostruzioni, mediante uso di polvere di marmo micronizzata, calce idraulica, Primal AC33 ed acqua; applicazione di protettivo finale non filmogeno, composto da cera microcristallina disciolta in white spirit al 5%.
Il restauro scientifico delle decorazioni pittoriche nelle cappelle laterali, é consistito in: consolidamento d’intonaci originari, di supporto alle superfici dipinte, mediante esecuzione di microiniezioni di malta di calce e pozzolana superventilata, con elevata fluidità ed esente da sali solubili; ristabilimento e riadesione della pellicola pittorica, sollevata da efflorescenze saline, mediante infiltrazione di resina acrilica a bassa concentrazione, con interposizione di carta giapponese, e successiva pressione a spatola; pulitura mediante applicazione di compresse di polpa di cellulosa, per la rimozione di depositi parzialmente coerenti; stuccatura d’integrazioni d’intonaco e lesioni, con malta di grassello di calce, sabbia di fiume e polvere di marmo; integrazione cromatica di lacune, eseguita a velatura con colori ad acquerello e con tempera acrilica, al fine di restituire unità di lettura cromatica all'opera; integrazione della lamina metallica con foglie d’argento, rifinite ad oro, sulle cornici di stucco; protezione finale con fissativo.
A-5 Interventi in corpo-scala al campanile, sacrestia e vani limitrofi a sacrestia.
Nel corpo scala, che conduce al campanile, è stata eseguita la ricucitura di lesioni della muratura, mediante tecnica “scuci e cuci”, adoperando mattoni pieni allettati con malta di calce. Nell’intradosso della volta rampante della scala del convento, a seguito della rimozione dell’intonaco, sono state rinvenute ampie lesioni, e si è deciso d’eseguire un massiccio intervento di consolidamento statico nelle seguenti fasi: puntellatura della volta; rigenerazione delle malte del nucleo murario, mediante iniezioni di malta di calce, composta da leganti idraulici, ad alta resistenza meccanica e a basso contenuto di sali solubili, quarzi finissimi, pozzolana, additivi fluidificanti, ritentivi ed aeranti; posa in opera di fasce di carbonio, come sulla volta di copertura della cripta A. Inoltre sono stati realizzati interventi di consolidamento statico di piattabande, rinforzandole con nuove piattabande o travi di legno di castagno, poste al disotto di quelle esistenti.
Il sistema di scale che dal vano attiguo al Coro, conducono all’ultimo livello del campanile, è stato ripristinato. In particolare il primo tratto che conduce alle cantorie e che era crollato, é stato sottoposto ad un intervento di restauro, nelle seguenti fasi: smontaggio di listelli, travetti e tavolati, con schiodatura e cernita del materiale di recupero; demolizione di muratura di riempimento, posta tra travetti di legno e gradini; esecuzione di cuscini in mattoni rossi e calce idraulica, ed isolamento termico, con fogli di sughero compresso; posa in opera della struttura portante dei gradini, composta da travetti di legno lamellare sez. 12x12 cm; posa in opera dei gradini rimossi e sostituzione di quelli mancanti, con nuovi gradini in tavole di legno lamellare di castagno, previa applicazione di prodotto antiparassitario. Poi nell’ultimo tratto di scale è stato eseguito il risanamento dei gradini in muratura, mediante demolizione d’asperità, rimozione di piastrelle di cotto lesionate e distaccate, applicazione di malta di calce idraulica, per rettificare alzate e pedate, e riposizionamento delle piastrelle distaccate.
Negli ambienti in cui è stato rimosso l’intonaco cementizio, risalente alla campagna lavori post-terremoto, è stato eseguito un nuovo intonaco di malta di calce e, negli ambienti al piano terra o sottoposti alla navata, un intonaco deumidificante macroporoso, realizzato con malta di calce idraulica, priva di cemento e resistente ai solfati, previo trattamento resistente ai sali, con malta esente da cemento, a base di leganti idraulici a reattività pozzolanica, sabbie naturali, additivi e fibre sintetiche.
A-6 Esecuzione d’impianto antintrusione e TV.C.C. in convento.
Nel convento sono stati realizzati l’impianto antintrusione e TV.CC, composti da centrale ad 8 zone conforme CEI II° livello, espandibile fino a 128 zone (con tastiera di controllo, display LCD e lettore per chiave elettronica, e con circuito d’uscita per avvisatore ottico-acustico), comunicatore telefonico bi-direzionale PSTN e GSM, tastiera di comando, sirena elettronica da interno e da esterno, rivelatori volumetrici a doppia tecnologia e rivelatori a contatto magnetico per infissi in ferro, videoregistratore tipo time-laps, monitors da tavolo e a parete, selettori ciclici e telecamere CCD a colori, con obiettivi ad ottica focale variabile, per il video-controllo.
A-7 Restauro di superfici interne ed interventi di risanamento sulla facciata posteriore.
All’esecuzione nella navata di un massetto alleggerito, composto da sabbia vulcanica, lapillo e malta di calce, è seguito montaggio dei ponteggi, nell’area del presbiterio, ed intervento di consolidamento con applicazione di fasce di carbonio, sull’arco trionfale. Sulle pareti interne della chiesa, gli intonaci che si presentavano distaccati, nell’area della cupola sull’altar maggiore, a causa delle iniezioni armate, praticate nella campagna lavori post-terremoto, sono stati rimossi, mentre quelli che presentavano una parziale coesione al supporto murario sono stati consolidati con iniezioni di malta di calce. Laddove erano presenti le iniezioni armate sui piedritti e lungo le arcate, è stato necessario un intervento di risanamento, articolato nelle fasi di rimozione d'intonaco, taglio dei tondini di ferro e trattamento con prodotto convertitore di ruggine, riempimento dei fori con malta tixotropica a base di calce idraulica. Sulle superfici di pareti e coperture è stata eseguita una smerigliatura accurata del film pittorico esistente ed é stata individuata la tinta originaria di verde acquamarina per cornici, cartigli, rosoni ed alcuni fondi, e di bianco-avorio per altri elementi. Dopo aver preparato pareti e coperture nell’area dell’altar maggiore, con una finitura di rasante minerale a base di calce, e con un fissativo naturale a base d’acqua di calce, sono state eseguite le tinteggiature a due colori, riprendendo le tinte originarie a calce del Settecento, riscontrate a seguito della smerigliatura.
Infine è stata individuata sulla parete della cantoria d’altar maggiore, la presenza di un’infiltrazione d’acqua e si è deciso di montare un ponteggio sulla facciata posteriore. Così sul bordo superiore del tetto si è potuta osservare l’assenza di due file di tegole e la presenza di una gronda zincata in pessime condizioni, e di un manto impermeabile lesionato, che lasciavano penetrare le piogge nella muratura, fino a raggiungere la superficie interna della parete. Quindi si è deciso di procedere con pulizia e diserbo delle piante infestanti, rimozione del canale di gronda, esecuzione di manto impermeabile in resina bicomponente, posa in opera di nuovo canale di gronda, compresi pezzi speciali e cicogne di sostegno, in rame da 8/10, ed esecuzione del manto di copertura mancante con embrici e controcoppi. Inoltre si è scoperta sulla facciata posteriore l’esistenza d’antichi contrafforti della chiesa, celati in parte da una tramezzatura moderna in blocchi di lapil-cemento, che è stata rimossa ed ha svelato la presenza di materiale di risulta di vecchie demolizioni, che copriva in parte l’antica muratura, e che soprattutto gravava sull’estradosso delle coperture di due vani posti accanto al Coro. Si è deciso di procedere con un intervento di consolidamento, tramite scavo a sezione obbligata dei materiali di risulta, restauro della superficie del contrafforte, per integrazione delle cavità con malta di calce, esecuzione di muretti in mattoni (di altezza 12 cm), previa posa in opera di massetto preparatorio livellante, per indicare il limite dei contrafforti rinvenuti, e di manto impermeabile composto da resina bicomponente.

 

 

Grande Progetto Pompei

 

Architetto specialista in restauro componente della Segreteria Tecnica GPP

(ai sensi D.L.83/2014)

 

- Direttore lavori  GPP25 Restauro Appararti Decorativi Domus Giulia Felice 

Importo € 874844,61

Stato d'attuazione: opere in corso

 

- Direttore Operativo Architetto  GPP7 Lavori di messa in sicurezza Regio VII  

Importo € 5.547.867,84

Stato d'attuazione: opere in corso

 

- Direttore Operativo Architetto GPPC   Restauro Insula 15 Regio VII

Importo €740.950,41

Stato d'attuazione: opere in corso

 

- Direttore Operativo Architetto - Italia per Pompei Regiones I II e III Valorizzazione, decoro e messa in sicurezza dei punti d'accesso alle domus, sostituzione di cancelli e transenne

Importo € 1.071.906,19 

Stato d'attuazione: opere in corso

 

- Progettista Piano della Fruizione Lotto II

Stato d'attuazione: progettazione preliminare eseguita

 

- Progettista opere architettoniche ed impianti  Lavori d adeguamento funzionale Nuova Sede SAPES presso Istituto Sacro Cuore in piazza immacolata, Pompei

Stato d'attuazione: progettazione definitiva eseguita

 

– Progettista opere architettoniche ed impianti Lavori di risanamento Sede SAPES

Stato d'attuazione: progettazione definitiva ed esecutiva eseguite

 

- Direttore  Operativo  Architetto   Manutenzione  rimozione  e  sostituzione  coperture fatiscenti Domus Regio I e II Importo  € 3.220.937,86

Stato d'attuazione: opere in corso

 

 

Progetto definitivo ed

esecutivo

Restauro architettonico con adeguamento impiantistico ed opere accessorie,

di Palazzo Donn’Anna, edificio monumentale di Cosimo Fanzago,

in Napoli 

 

Importo lavori  € 233.830,19

Stato d'attuazione: opere in corso

 

I prospetti di palazzo Donn’Anna appaiono arricchiti da stucchi, timpani, nicchie, lesene, cornici, ma alcuni colori ed anche i materiali delle finiture e tinteggiature non appaiono in fase con l’apparato decorativo sei-settecentesco e potrebbero essere il risultato di rimaneggiamenti del XIX-XX secolo, in occasione dei lavori di ristrutturazione che interessarono alcune parti del complesso, come si evince dalla presenza di elementi liberty.

L’aspetto del complesso è in generale di un’opera incompiuta, sia per la presenza di muratura di tufo a vista, priva d’intonaco, particolarmente visibile nei due ultimi livelli, sia  per il mancato completamento di alcune parti strutturali, in particolare sul versante nord-est ma anche lungo il prospetto sud-ovest.  Alcune coperture a volta dell’ala nord-est sono crollate, gli intonaci si presentano distaccati in molti tratti, caratterizzati da lesioni sub-verticali, mentre alcune lacune di tinteggiatura lasciano intravedere un colore originario sulle pareti diverso da quello attuale,  dove sono presenti sbollature ed esfoliazioni della tinteggiatura, tipiche manifestazioni di degrado  delle   finiture definite  “pellicolanti”, mentre gli sfarinamenti ed i dilavamenti dei pigmenti sono i principali effetti del degrado delle pitture alla calce, ai silicati e anche cementizie. I prodotti tradizionali come le calci idrauliche sono di tipo minerale mentre i prodotti moderni sono polimerici ed è importante verificare con prove diagnostiche mirate la composizione delle malte e tinteggiature esistenti, in considerazione dell’incompatibilità tra materiali di varia composizione chimica e dell’impossibilità ad applicare prodotti di tipo tradizionale su superfici già trattate e compromesse con pitturazioni polimeriche o sintetiche, anche qualora si debbano semplicemente ripristinare tracciamenti eseguiti per posizionare nuove tubazioni per gli impianti ed effettuare rifacimenti parziali di tinteggiature.

Gli impianti elettrici citofonici ed antenna tv necessitano di adeguamento alle normative vigenti, come si evince dalla relazione sugli impianti, e l’esecuzione dovrà avvenire con cura, in considerazione della necessità di salvaguardare la conservazione delle strutture murarie e degli apparati decorativi. Ai fini conservativi sarà dunque necessario utilizzare cavidotti esistenti, laddove possibile, e ridurre i tracciamenti.

 

 

 

 

Progetto definitivo ed esecutivo

Direzione lavori

Coordinamento sicurezza

 

Restauro architettonico ed artistico con adeguamento impianti della chiesa di Santa Rita alla Speranzella,

in Napoli

 

Importo lavori € 158.871,08

Stato d'attuazione: I lotto opere eseguito

 

Progettazione Definitiva  ed  Esecutiva,  Progettazione  Strutturale  e  d’Impianti (elettrici, antintrusione e diffusione sonora), Direzione Lavori, Misure e contabilità, Coordinamento Sicurezza in fase   di   Progettazione ed   Esecuzione,   pratica D.I.A.,  pratica     d’Autorizzazione   Soprintendenza   B.A.P.S.A.E.di  Napoli.

 

 

Gli interventi previsti di progetto riguardano sia il restauro architettonico sia il restauro degli elementi di pregio storico-artistico.

Per completare il restauro della chiesa che sulle facciate esterne presenta interventi recenti di risanamento ma sulle superfici interne e gli apparati decorativi mostra evidenti elementi di degrado, sono necessari interventi mirati di restauro conservativo e di risanamento, insieme con opere di adeguamento degli impianti.

 

Le opere consistono in:

1- Prove diagnostiche non distruttive.

2- Consolidamento statico di elementi verticali ed orizzontali in muratura portante.

3- Restauro e ricomposizione di cornici, stucchi e capitelli.

4- Restauro dei dipinti murali “a fresco” e/o “mezzo-fresco”.

5- Restauro di altari, balaustre traforate e basamenti in lastre di marmo.

6- Restauro delle superfici interne con tinteggiatura di interno chiesa.

7- Risanamento e restauro della copertura della navata.

 

 

S’individuano diverse tipologie d’intervento, in relazione all’ampiezza delle discontinuità riscontrate nella muratura:

1C) Intervento di consolidamento dell'intonaco in profondità a mezzo di aspirazione delle polveri, lavaggio e umidificazione delle parti da consolidare, con iniezioni di apposito formulato a base di calce idraulica naturale, previsto   in   circa   6/8   iniezioni   per   metro   quadrato   trattato, in fori in corrispondenza delle zone di distacco;   compresa la stuccatura delle lesioni anche di piccola entità e l'eliminazione dell'eccesso di prodotto dalle superfici. L’operazione deve essere svolta da un restauratore specializzato.

2C)Ricucitura di lesioni in muratura di tufo mediante intervento tradizionale di scuci e cuci, consistente nella rimozione dei conci deteriorati dalla zona di intervento, e la ricostruzione con mattoni pieni allettati con malta di calce idraulica e pozzolana.

3C) Intervento di consolidamento statico di volte in matoni o in blocchi di tufo consistente nell'applicazione di adesivo e tessuto di fibre di carbonio in nastri di fibre unidirezionali (larghezza 20 cm), nell' inglobaggio della fibra con resina per laminazione, con particolare attenzione per impregnarla completamente con l'uso di rullino frangibile. Si effettua la preparazione del supporto murario in muratura di tufo o di mattoni, per la posa in opera delle fibre di carbonio, nelle seguenti fasi: spiccontura degli intonaci esistenti  e di tutti i materiali incoerenti, per creazione di piano di posa omogeneo, idoneo ad ancoraggio delle fibre; sarcitura di lesioni con malta fibrorinforzata; lavaggio della muratura fino a saturazione; applicazione di malta adesiva ad alta resistenza tipo Kimia Betonfix FB, spessore 1 cm.

 

 

Progetto definitivo ed esecutivo

Direzione lavori

Coordinamento sicurezza

 

Restauro architettonico e ricostruzione filologica

di un’arcata,  delle facciate del convento delle  Terziarie Francescane Alcantarine,  

in  Castellammare di  Stabia (NA)

 

Importo lavori  € 114.300,00

Stato d'attuazione: opere in corso

 

Progettazione Definitiva ed Esecutiva, Direzione Lavori, Misure e contabilità, Coordinamento Sicurezza in fase   di  Progettazione ed   Esecuzione,   pratica D.I.A., pratica  d’Autorizzazione paesaggistica e ai sensi art. 21 Soprintendenza B.A.P.S.A.E. di Napoli

 

 

Progetto preliminare

 

Restauro Architettonico e Recupero Funzionale  per Polo Museale e  sede di Fondazione bancaria,

con scavo archeologico dell’area dell’abbazia medievale,

presso Santa Maria di Realvalle in Scafati (SA)

 

Importo lavori  € 4.000.000,00

Stato d'attuazione: progetto eseguito

 

 

 

Progettazione preliminare

 

Restauro del palazzo monumentale denominato Casa Lucca con l'istituzione del Museo “Saticula e il borgo Medievale dei Goti”,

in Sant'Agata de' Goti (BN)

 

Importo lavori  € 300.000,00

Stato d'attuazione: progetto eseguito

 

L’antico edificio denominato “Casa Lucca”, oggetto della Proposta Progettuale, si articola tra via Fontana, via Diaz ed il vicolo Chiuso, nel centro dell’insediamento medievale più antico della città di Sant’Agata de’ Goti (BN), databile tra la fine del XIII secolo e l’inizio del XVIII secolo. Una bifora trecentesca con capitello a fregio vegetale arricchisce il prospetto su via Fontana, mentre lo stemma araldico recante la data del 1699 in chiave d’arco, sul portone di via Armando Diaz, rivela le stratificazioni subite dal complesso, divenuto tra la fine del XVII ed il XVIII secolo un palazzo gentilizio, con il suo bel cortile lastricato di basolato bianco locale e la scala sanfeliciana voltata ed aperta. La Proposta Progettuale denominata “Saticula ed il borgo Medievale dei Goti” contempla la realizzazione di un nuovo percorso turistico con il restauro conservativo di parte di Casa Lucca e l’allestimento del museo “Saticula ed il borgo Medievale dei Goti”, al fine di valorizzare un edificio monumentale di straordinario valore storico-artistico del centro storico di Sant’Agata de’ Goti, e mostrare al pubblico un’antica dimora che diventa museo di se stessa ed accoglie una collezione di reperti. Il palazzo diventa anche luogo per piccole rappresentazioni teatrali e per illustrare la vita che vi si svolgeva nelle diverse epoche, aprendo i suoi ambienti interni ai turisti: di notevole interesse la Cripta accessibile da via Fontana e la sottostante Cantina, con le ampie volte, il porticato settecentesco, il giardino-orto e gli ambienti destinati ad accogliere le stalle. Il progetto mira alla nascita di un nuovo attrattore turistico e culturale nel centro antico di Sant’Agata de’ Goti, e potrà concretamente riportare il monumento all’attenzione di un vasto pubblico, intercettando ampi flussi turistici potenzialmente in grado di consolidarsi e crescere nel tempo anche fuori stagione.

 

   architecture&restoring&structure            r affaella forgione

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